1925-1945

Raffaele Mattioli (1895-1973), amministratore delegato della Banca Commerciale Italiana dal 1933 al 1960 e poi suo presidente dal 1960 al 1972, fu uno dei banchieri più rappresentativi del secolo scorso, ben noto anche all’estero nel mondo dell’alta banca e della finanza internazionale.

Fine economista, fu un convinto promotore dello sviluppo industriale. Assai versato nelle discipline umanistiche e attivo pure nell’editoria, fu promotore e organizzatore di numerose iniziative culturali, specialmente nell’ambito della storia economica, della letteratura, della filosofia e, in misura minore, dell’architettura e dell’arte.

Le Carte Mattioli hanno un ordinamento per fascicoli alfabetici di corrispondenza personale.

Sono quasi tremila gli intestatari e fra essi si ritrovano nominativi di banchieri, imprenditori, autorità finanziarie, personale interno della Comit, studiosi, amici e familiari.

L’inventario – attraverso descrizioni analitiche dei documenti e rimandi incrociati – coglie gli echi delle vicende ufficiali e le problematiche della gestione bancaria nel periodo tra le due guerre, in Italia e all’Estero. Proprio dalle maggiori piazze internazionali affluiva infatti a Milano un abbondante flusso di informazioni, che poche banche italiane ed europee possedevano.

Più in generale, le Carte Mattioli restituiscono al lettore curioso testimonianze genuine sulle istituzioni e sulle professionalità economiche, sul clima politico e civile, e possono degnamente affiancare epistolari e ‘carte di personalità’ celebri come Luigi Einaudi e Alberto Beneduce.
L’inventario mette in luce i riferimenti a elaborazioni ideali e iniziative politiche del fronte antifascista (più evidenti nei copialettere e nelle pratiche prodotte a Roma negli anni 1943-1945) e i concreti interventi di solidarietà verso ebrei discriminati, prigionieri e dispersi.
Infine, è documentata anche la promozione di ‘alta cultura’, che Mattioli svilupperà nel secondo dopoguerra sia con la casa editrice Ricciardi, sia con la creazione di centri di eccellenza nella ricerca, quale l’Istituto Italiano di Studi Storici a Napoli.