Con la creazione, nel 1937, del Centro Nazionale di Studi Manzoniani la casa abitata dal 1814 sino alla morte, nel 1873, da Alessandro Manzoni in contrada del Morone è stata trasformata in un museo dedicato alla vita e alle opere del grande scrittore e in una biblioteca fondamentale per gli studi sull’autore, ma anche in un’officina legata alla ricerca e alla pubblicazione delle opere. Per quanto riguarda l’aspetto, la dimora, già molto trasformata dal figlio Pietro che andò ad abitare con il padre dopo la morte nel 1861 della seconda moglie Teresa Borri Stampa e completamente privata degli arredi originali con i successivi passaggi di proprietà, conserva la disposizione che aveva ai tempi di Manzoni solo in due ambienti, del resto molto significativi: il suggestivo studio al pianterreno, affacciato sul giardino, e la camera da letto, spoglia come la cella di un monaco. Le altre sale sono state nel tempo adattate alle due funzioni principali, di “Museo Manzoniano” e di Biblioteca, dove ai libri appartenenti a Manzoni e ai suoi familiari si sono aggiunte via via nuove acquisizioni.