1920-1965

La BCI è un’istituzione internazionale per ragioni genetiche: alla fondazione (1894) i soci erano tutti appartenenti a un “pool” di banche tedesche, austriache e svizzere; nel 1899 prese avvio la rilevante partecipazione di un partner francese, Paribas. Fin dalla fondazione, dunque, la BCI si trovò inserita nella haute banque internazionale, agì come banca universale, e fu la banca italiana più esperta in arbitraggi e cambi, con una rete capillare di banche corrispondenti in tutti i continenti. A partire dagli anni Dieci del secolo scorso iniziò l’espansione multinazionale della BCI, con investimenti diretti di capitali, uomini e know-how professionale soprattutto verso il Sudamerica e verso l’Europa orientale e il bacino mediterraneo. Fondamentali, nel sistema estero Comit, furono le filiali di Londra (1911) e di New York (1918), anche per il massiccio credito a breve alle importazioni e alle esportazioni (le accettazioni o “tratte”). Nel 1930 – in controtendenza rispetto al nazionalismo imperante dell’epoca – la BCI era dotata di 210 uffici bancari in 23 Stati esteri. Valendosi di una tale struttura la BCI ebbe per decenni una ineguagliata funzione di “battistrada” per l’espansione all’estero delle maggiori imprese italiane.

Questo volume contiene, oltre agli inventari dei documenti, preziosi elementi di corredo, tra i quali cartine geografiche, tabelle delle filiali e delle affiliate con gli elenchi dei dirigenti, una cronologia essenziale dalle origini al 1945 e, nell’appendice un inedito album fotografico dei palazzi ospitanti ‘Filiali, fondazioni, banche associate all’estero’, dei primi anni Trenta, che si conserva nelle collezioni dell’Archivio storico.